giovedì 29 settembre 2011

No comment

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Out of stock

Il primo mese a Nairobi siamo campati di yogurt al mango. Ce ne sono di diverse marche, ma quello che prendevamo noi, Bio, non so se davvero o per finta, era buonissimo e non riuscivamo più a farne a meno, neanche io con la mia intolleranza.

Poi di colpo non si trovava più sugli scaffali del supermercato. 

Passa un giorno, due giorni, una settimana e dei bei barattoli bianchi con la scritta Mango nemmeno l’ombra. Allora mi avvicino furtiva ad uno degli addetti agli scaffali del supermercato e chiedo notizie dello yogurt al mango.

Apro una parentesi sugli addetti agli scaffali nei supermercati qui a Nairobi perché merita. 

Il quaranta per cento se non la metà delle persone presenti nel supermercato sono addetti agli scaffali. Generalmente se ne trovano appostati alla fine e all’inizio di ogni corridoio, in piedi, attenti che tutto quello che sta sullo scaffale di loro competenza sia perfettamente in ordine e allineato al millimetro, oppure accovacciati a sistemare i prodotti negli scaffali bassi o appesi a scaleini traballanti intenti a riempire quelli alti.

Passando veloci tra i corridoi, non si nota neanche un buchino sugli scaffali; tutte le scatolette sono perfettamente allineate l’una accanto all’altra, le bottiglie di shampoo non lasciano passare tra loro nemmeno un foglio di carta velina e gli scaffali sono tutti stracolmi all’inverosimile.

Passando veloci, questo.

Passando lenti in cerca di un prodotto preciso, come lo yogurt per dire, si scopre subito il trucco; gli scaffali sono sì stracolmi, ma dello stesso prodotto. Scatole e scatole di cornflakes o bottiglie di olio di semi, la monotonia regna sovrana sugli scaffali stracolmi.

La teoria di Felix è che nei supermercati di Nairobi non esiste il magazzino e tutto quello che c’è viene semplicemente messo sugli scaffali fino ad esaurimento.

L’esaurimento della merce è ciclico ed anche prevedibile monitorando con un po’ d’attenzione, per cui quando sta per finire un prodotto, si nota che il suo spazio sullo scaffale viene progressivamente occupato da quello accanto, fino a che non sparisce, come fagocitato dall’altro prodotto, ma senza lasciare l’impressione che manchi qualcosa perché lo scaffale sarà sempre pieno.

Una volta ho visto tre barattolini di bicarbonato di sodio completamente accerchiati da scatolette di gelatina in polvere, metà di arancia e metà di ananas, il  che indicava tra l’altro che anche la gelatina stava per finire, visto che erano rimasti solo due gusti.

Insomma, l’addetto (uno dei dieci, circa) allo scaffale formaggi e affini, mi risponde con aria hakuna matata che lo yogurt in questione era out of stock (e questo si può interpretare anche come la conferma della teoria di Felix; se non c’è più sullo scaffale, non c’è proprio più nel supermercato, quindi lo stock è lo scaffale….).

Con qualche piccola attenzione quindi, a cosa difficile non è capire se un prodotto sta per finire o è out of stock, ma quando tornerà a popolare gli scaffali.
Ho visto cose definite out of stock per un giorno solo e cose che sono ricomparse dopo una settimana al massimo, ma il prodotto che per ora batte tutti e non ha concorrenti è, con grande disperazione dell’intera famigliola, lo yogurt bio al mango.

Abbiamo provato surrogati di vari tipi, ma abbiamo quasi rischiato l’intossicazione (uno era talmente arancione che neanche le arance…..), quindi per ora abbiamo smesso di consumare yogurt visto che niente regge il confronto.

Quando ricompare faremo una grande festa….

domenica 25 settembre 2011

Statisticamente parlando

Questo post non ha niente a che fare con Nairobi né con il Kenya, quindi se non vi interessa saltatelo.
Parla di statistiche, avvertiti!


Ho scoperto che la nuova versione di Blogger ha tutta una serie di giocattolini statistici e la cosa mi ha intrippato.

Si può vedere da dove viene letto il blog, geograficamente oppure che tipo di percorso hanno fatto i lettori per arrivare fino al blog, i post più letti, in generale, per mese, per settimana eccetera, e altre cosette che servono molto a motivare chi scrive un blog, almeno per me funziona, insieme ai commenti a cui rispondo raramente, ma che apprezzo, grazie!

La cosa più bella di queste statistiche per me è l'origine geografica del traffico, da cui posso capire ad esempio quando Giu è stata in Scandinavia o mamma in Inghilterra.

Ora, non credo che questo blog abbia un grande pubblico, almeno per adesso, ma mi lascia perplessa scoprire che ci sono persone in Moldavia o alle Barbados che lo seguono.

I casi sono due: o è un'errore o c'è davvero qualcuno in Moldavia interessato alla nostra vita in Kenya.

In entrambi i casi è divertente!

venerdì 23 settembre 2011

Party!

Finalmente siamo riusciti a festeggiare il compleanno di Sveva come si deve!

Un po’ in ritardo (ci è voluto un po’ per convincerla che non aveva già sei anni, dopo solo un mese dall’averne compiuti cinque…), grazie alla congiuntura trasloco-container-inizioscuola, ma alla fine è venuta fuori un festa proprio come ci aspettavamo.
Anzi, meglio…

Nonostante le inondazioni ricorrenti, il viavai di idraulici, gli allarmi perfinta, i forni killer e tutto quello che si è messo di traverso, sabato alle 3.30 è iniziata la festa e, a parte due defezioni, siamo riusciti a radunare tutti i bambini con cui Sveva ha stretto amicizia in questi (quasi) tre mesi in Kenya; italiani, tedeschi, italo-tedeschi e kenioti.
E' stato un po' come rivedere tutte le tappe fatte fin'ora attraverso i visi di tutti quei bambini e vedere Sveva così contenta e al centro dell’attenzione ci ha ripagati dello stress degli ultimi giorni.
Il trampolino e l’altalena del nonno hanno avuto un grande successo e alla fine ci siamo ritrovati ad inaugurare ufficialmente il castello con più o meno tutti i nostri amici.
Insomma, un successo su tutta la linea direi.

Forse anche perché non paragonabile visto che non abbiamo mai fatto una vera festa di compleanno per Sveva né tantomeno una di inaugurazione per nessuna delle case in cui ci siamo trasferiti sul Lago, nonostante fosse sempre tra le cose da fare prima o poi.

La settimana è iniziata con un’altra festa: l’inaugurazione dell’asilo, o meglio della nuova ala dell’asilo tedesco, con tanto di canti dei bambini (Sveva non faceva altro che esercitarsi tutto il giorno a cantare in tedesco…) e discorso del direttore della scuola e della direttrice dell’asilo che, giuro, sembrava la versione magra della Merkel.
Io non ho una grande esperienza di asili, ma devo dire che se già quello tedesco mi sembrava all’avanguardia, la nuova ala (che praticamente ha raddoppiato il volume dell’asili) è qualcosa di spaziale. 
 
E’ tutto talmente bello, colorato, pieno di giochi (tutti estremamente educativi, ovviamente…) e a misura di bambino che in confronto la ristrutturazione dell’asilo italiano di Sveva, che era passata per il fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale, fa più o meno la stessa figura di una grande pulizia di primavera.
E’ tutto così accogliente che in questo momento preferisco scrivere dalla caffetteria della scuola tedesca (il ristorante, come lo chiama Sveva) che dall’Art Café del Village Market.
Va detto che sono al secondo giorno del secondo inserimento all’asilo di Filippo e che quindi devo stare nei dintorni, ma vi giuro che si sta molto meglio qui che in qualunque altro posto!
L’inserimento di Filippo ha subito una battuta d’arresto la scorsa settimana, il giorno delle inondazioni e tra una cosa e l’altra mi ero preparata a passare almeno tre mattine piene all’asilo con Filippo attaccato ad un polpaccio, invece, dopo qualche pianto iniziale, è bastato dargli da mangiare e portarlo fuori in giardino perché si dimenticasse chi era la mamma e chi la maestra.
E vediamo se finalmente posso dedicarmi ad altre attività dalla prossima settimana!
Nel frattempo siamo tornati a cena da Lord Erroll (monotoni!), ma questa volta senza fermare la macchina per chiamare il Guardone e pare proprio che sia arrivata finalmente l’estate, con temperature decisamente più calde, creme solari, cappellini, bambini rossi come pomodori e la scoperta che sia Sveva che Filippo sono cresciuti un bel po’ (a forza di ugali, probabilmente…) e che dobbiamo fare un bel giro di shopping per rinnovare il guardaroba estivo di entrambi perché hanno ancora cose da Lago umido.
Mi sa che approfitterò anch’io del giro di shopping….

sabato 17 settembre 2011

Paura e delirio a Nairobi

Ecco tutto quello che può succedere a Nairobi in circa dodici ore.

Ore 6: Scoprire che il primo piano della casa è ricoperto da almeno tre centimetri d'acqua SOLO nel momento in cui si apre la porta che dà al piano di sotto e rendersi conto che una cascata d'acqua si sta riversando al piano di sotto.

Ore 7: Sguazzare nell'acqua a piedi nudi cercando di preparare Sveva per la scuola e tenere Filippo contemporaneamente all'asciutto.
Ore 8: Depositare Sveva a scuola e nonna al Village Market.

Ore 9: Cominciare a cucinare come una folle per la festa di compleanno di Sveva. Bruciare il cake bollito nel forno con su un adesivo Made in Italy che di italiano non ha assolutamente nulla.

Ore 10: Rischiare di bruciare anche il brownies che già di per sé è così scuro che non si capisce quando è cotto. Nel frattempo seguire distrattamente un gruppo eterogeneo di persone, raccattato alla bell'e meglio, che asciuga l'acqua in casa con delle coperte di pile.

Ore 11: Seguire passo passo la ricetta per 12 muffin al provolone ed erba cipollina, rendersi conto che ne vengono fuori solo otto e non riuscire a capire perché. Seguire ancora più distrattamente due tecnici indaffarati a capire come mai il super allarme della casa non funziona.

Ore 12: Scoprire che il sistema d'allarme non funziona ancora, nonostante i tecnici ne siano sicuri e stiano per andarsene e correre a riprendere Sveva a scuola.

Ore 13: Andare al Village Market per recuperare dei vasetti di terra cotta ordinati due settimane fa, fare l'ultima spesa al supermercato  e da Zucchini prima della festa e recuperare la nonna.

Ore 14: Aspettare per circa mezz'ora l'insegnante d'inglese per la nonna, letteralmente raccattato per strada il giorno prima e fargli una sommaria intervista in macchina  per evitare di introdurre in casa un pericolossimo criminale.

Ore 15: Contrattare il prezzo delle lezioni di inglese, definire il programma e gli orari in traduzione simultanea con l'insegnante d'inglese che parla in un orecchio e la nonna nell'altro, sperando che i chocolate chips cookies non stiano facendo la fine del cake bollito. Cuocere contemporaneamente anche dei minimuffin al gouda e cumino con l'unico risultato di avere un odore nauseabondo a metà tra la cioccolata e il formaggio al cumino, con una punta di sintetico che si sprigiona dal forno nuovo.

Ore 16: Evitare per puro caso che l'impegato della società elettrica stacchi la corrente dato che la persona incaricata della commissine non ha ancora pagato la bolletta precedente e cominciare a chiedersi se non sarà così anche per l'acqua (che invece se l'avessero fatto, magari evitavamo una giornata come questa!)
Ore 17: Beccare Wilson che se ne va dicendo che è tutto a posto mentre invece manca un pezzo che rischia di farci allagare di nuovo la casa; farlo promettere di tornare in giorno successivo con la certezza che la promessa non verrà mai rispettata e che ci sveglieremo le prossime mattine chiedendoci se metteremo i piedi nell'acqua scendendo dal letto.

Ore 18: Trovarsi davanti la tata che fa il bagno ai bambini e con tutta calma è scesa dicendo che manca l'acqua calda quando Sveva è già dentro la vasca di acqua fredda oppure con Filippo fradicio in braccio dicendo che non si fa asciugare i capelli. Preparare la cena contemporaneamente, più o meno.

Mi fermo alle dodici ore, via!

L'Aradio

Le cassandre della commissione mi hanno fatto una testa così sull'uso della radio (ricetrasmittente o come si chiama) e sul fatto che noi non la usiamo.
Praticamente mi hanno terrorizzata.

Giovedì sera siamo stati a cena fuori, da Lord Erroll, e quale migliore occasione per provare ad usarla?

Il fatto che siamo usciti alle sette e rientrati alle nove e che Lord Erroll è due strade più in là della nostra non ci ha scoraggiato (di solito si usa quando è notte...) e comunque ce l'eravamo portata dietro, quindi anche se erano solo le nove tanto valeva usarla.

Il Guardone era di guardia (putroppo i miei timori si sono rivelati fondati...), ma anche questo non ci ha scoraggiato.

Ovviamente io avrei preso la radio (so accenderla e questo è già qualcosa), chiamato il numero del Guardone e detto Salve sono io, mi apri?

Ecco, no, non si deve fare così.

Noi abbiamo un nome in codice fatto da una parola e un numero (anzi io che sono la moglie di ho un codice ancora più lungo perché devo aggiungere alpha a tutto quanto, quindi alpha sta per moglie di...) e dobbiamo prima identificarci, poi rivolgerci alla guardia (Guardone) in questione che non possiamo chiamare per nome, ma con il suo codice che è la parola, il numero e Golf che quindi sta per guardia di e chiedergli di aprire il cancello quando siamo a distanza ravvicinata.

Ora, probabilmente gli esperti riescono a calcolare tutto al millimetro ed arrivare davanti al cancello quando è appena stato aperto, ma noi manco a dirlo non siamo esperti.

Quindi dopo aver provato a chiamare guidando, ci siamo resi conto che saremmo finiti a chiamare davanti al cancello stesso, quindi la cosa sarebbe risultata ridicola.

Allora abbiamo deciso di essere ancora più ridicoli: ci siamo fermati dietro l'angolo e abbiamo chiamato, giusto per la soddisfazione di svoltare e trovare il cancello già aperto.

Se il delinquente del cantiere di fronte scopre questo giochetto prima che diventiamo radioesperti, può benissimo assaltarci mentre siamo fermi a chiamare il Guardone.

La prossima volta provo con la telepatia....

giovedì 15 settembre 2011

Scusi, ma lei è?

Ero al centro commericale di Muthaiga, dove faccio anche pilates, ma ero lì per il karkadé di Giu e nel parcheggio incrocio una tipa pallida e lì per lì penso Ma questa dove l'ho già vista?

Ho cominciato a scandagliare tutti i posti che frequento, ma non mi veniva in mente se l'avevo vista ad una cena di amici o al corso di pilates e poi l'illuminazione Ma è Kuki Gallmann!

Attimi di indecisione mentre lei intanto stava andando verso la macchina e poi le sono corsa dietro e con grande faccia tosta ho chiesto Scusi, ma lei e Kuki Gallmann?

E dopo che lei mi aveva cordialmente risposto sì e stretto la mano, ho cominciato a fare la solita figura della cretina, balbettando roba tipo Sono una sua grande ammiratrice mentre pensavo Glielo chiedo o no l'autografo?

Alla fine non ho chiesto l'autografo, ma un'informazione sulla tenuta di Laikipia che potevo forse trovare anche su internet; ritengo di aver fatto la parte dell'adolescente impazzita davanti al rockettaro preferito e sono stata a pensare all'impressione che potevo averle fatto per almeno mezz'ora davanti ad un cappuccino, però questo incontro ci voleva!

Leggendo i sui libri, ho sempre immaginato quello che descriveva dell'Africa e la sua vita così avventurosa e ricordo ancora quando le scrissi una lunga lettera  per ringraziarla delle emozioni che mi aveva dato il suo libro, sperando di andarla a trovare un giorno in Kenya.

Anzi, ricordo ancora meglio; ricordo il tabaccaio della stazione di Firenze dove comprai il francobollo per quella lettera, quando mi chiese dove dovevo spedirla e la sensazione di  un posto estremamente lontano mentre rispondevo Kenya.

Adesso sono in Kenya.

Ed ho incontrato Kuki Gallmann.

mercoledì 14 settembre 2011

Grün Apfel

Filippo ha iniziato l'asilo. Ieri.

L'ho portato, anzi ho portato tutti e due, ho lasciato Sveva che non ha fatto le sue solite storielle e ho portato Filippo nella sua classe, accanto a quella di Sveva.

La maestra pallida di Filippo ricorda la Silvia del Melaverde; capelli neri ricci, occhi azzurri, in più è svizzera, quindi c'è anche più vicinanza geografica. Insomma, mi sentivo in una bote de fero.

Ieri sono rimasta un po' nella stanza, ho giocato a prendere il caffé che lui ha preparato e versato nel portauovo di plastica, siamo stati un po' ad esplorare i giochi e poi me ne sono andata di soppiatto mentre era intento a cantare e ballare con gli altri bambini.

Sono andata a prenderlo dopo due ore, come mi ha chiesto la maestra pallida e ovviamente Filippo non voleva venire via sul più bello, quando tutti gli altri bambini stavano andando a giocare fuori, quindi mi ci è voluta la canna da pesca per trascinarlo via dall'asilo.

Dopo due mesi abbondanti di isolamento era ovvio che volesse giocare con altri nanerottoli.
Ma la maestra pallida ha insistito perché l'inserimento fosse più che graduale e non è valso a niente spiegargli che al Melaverde neanche si preoccupava di salutarmi il piccolo.

Stamattina abbiamo scoperto che si era rotto un tubo nella vasca da bagno e che nella notte era piovuto in testa alla tata, la quale prima di dirci che le era piovuto in testa si è premurata di chiederci se avevamo dormito bene e se tutto era a posto e solo dopo avergli chiesto ma hai per caso notato una macchia sul soffitto?, lei ha risposto che non solo c'era la macchia, ma anche la pioggia...

Siccome poi Felix è partito tardi per l'ufficio, ci sembrava del tutto logico che accompagnasse lui i pargoli a scuola. Non ci siamo minimamente posti il problema dell'inserimento, visto che ieri era andata così bene.
Ora si sa, i papà sono sempre un po' più sbirgativi e nessuno può pretendere che facciano l'inserimento come le mamme. Tenendo conto che Filippo ha già una buona abitudine all'asilo, ripeto, non ci siamo posti il problema.

Intanto a casa sono arrivati due fuoristrada della commissione guidati da altrettanti visi pallidi, di cui uno era il capo della sicurezza, venuto a controllare che tutte le misure di sicurezza fossero rispettate.

Ovviamente no, e ovviamente se ne accorgono quando siamo già dentro.
Ho approfittato per parlargli del problemino con l'acqua e il notro bravo Wilson è stato prontamente intercettato e costretto a venire a risolvere il problema.

Mentre eravamo in giro tra casa e giardino a scoprire quante cose non sono in regola (compreso il cantiere di fronte in cui statisticamente c'è almeno un delinquente che in questo momento sta studiando le nostre abitudini e che tra non molto si organizzerà per assaltarci mentre aspettiamo che si apra il cancello o per svuotarci la casa una volta che siamo fuori....), suona il telefono e la maestra pallida di Filippo attacca a spiegare che il piccolo stava piangendo come una fontana perché il papà l'aveva abbandonato sulla porta dell'aula e che l'inserimento si fa in modo diverso e che lei non è abituata a lavorare così e che insomma dovevo andarmi a prendere Filippo immediatamente.
Ho cercato timidamente di spiegare che era un brutto momento, ma non sono stata ascoltata.

Quindi ho salutato le due cassandre e mi sono messa di corsa in macchina telefonando a Felix per farmi dare la sua versione che ovviamente non era uguale a quella della maestra pallida.

Ho trovato Filippo veramente disperato, come non l'avevo mai visto e il fatto che la maestra pallida continuasse a blaterare una serie di balle nonostante le dicessi che mio marito aveva una versione differente e tutta una serie di altri piccoli dettagli che mi hanno fatto capire che in fondo l'unica a non avere le idee chiare su come si facesse un inserimento era lei, mi ha fatto seriamente dubitare della perfezione della scuola tedesca.

Quando poi la direttrice in persona (quella che mi ha ripetutamente fatto sentire inadeguata qualche tempo fa) mi ha dato ragione, ho avuto la tentazione di mettermi le mani nei capelli.

Il risultato è che riproviamo l'inserimento tra una settimana non tanto perché Filippo abbia bisogno di una pausa, ma perché la maestra pallida che ha deciso la data  di ieri per l'inserimento in perfetta autonomia, si è resa conto che non ce la fa visto che questa settimana traslocano tutti i bambini in un edificio nuovo appena costruito.

Pensarci prima?

Adesso speriamo solo che Filippo riesca a dimenticare la faccia della maestra pallida in una settimana e che tutto ricominci come se nulla fosse successo, ma ho paura che non sia tanto fesso.

Nel frattempo Wilson ha sistemato la vasca da bagno e quando gli ho chiesto se non era meglio controllare anche la seconda vasca nell'altro bagno prima che scoppiasse anche lì, mi ha risposto hakunamatatamente che se scoppia lui torna e che è qui per servirmi (giuro, ha detto così!).

Adesso sto aspettando il tecnico dell'allarme che dovrebbe passare a spiegarmi per l'ennesima volta come funziona il sistema, ma visto che sono quasi le quattro e che lui stacca alle quattro, dubito che si farà vivo.
E noi staremo un'altra notte senza l'allarme inserito, ma il delinquente del cantiere di fronte non lo sa, quindi magari ci va bene anche stanotte.

Poi un giorno qualcuno mi insegnerà ad usare la radio per poter avvertire la guardia che sto arrivando così non aspetto neanche un nanosecondo al cancello ed entro in casa a tutta birra.

Poi il Guardone richiude il cancello con calma, dopo che il delinquente del cantiere è entrato

A proposito del Guardone, non c'è più e la guardia che c'è adesso mi ha detto che fanno i turni. Qualcuno mi ha detto un po' di tempo fa che dopo un po' si alternano e quello di giorno fa la notte e viceversa.

Non lo voglio neanche sapere se il Guardone fa la guardia la notte in questi giorni!

venerdì 9 settembre 2011

AccadueO

Tutto scorre tranquillo al castello.

Anche l'acqua.

Troppo tranquilla .... direi che adesso sta proprio esagerando!

L'idraulico Wilson (non riesco a non associarlo all'amico pallone Wilson di Tom Hanks in Cast away....) ormai è di casa e ogni volta che viene ripara qualcosa e ne rompe un'altra. Poi se ne va sorridente dicendo E' tutto a posto adesso, se Dio vuole e io rispondo Grazie, incrociamo le dita, Inshalla.

Non funziona mai la cosa di incrociare le dita, infatti Wilson torna regolarmente il giorno dopo.

Adesso i rumori sospetti nel sottottetto non ci sono più e abbiamo una nuova pompa dell'acqua che è troppo forte per le vecchie guarnizioni, quindi tutte le volte che facciamo la doccia si allagano i tre bagni ed il guardaroba. 
Sto meditando di usare stivali di gomma la posto dell pantofole e fregarmene, hakuna matata.

Nel frattempo non riusciamo a fare il contratto con l'azienda dell'acqua (Runda Waters, mi piace il nome!) perchè .... non so perché, soliti problemi africoafricani, ma se ci chiudono l'acqua perchè non abbiamo il contratto in fondo il lato positivo è che non si allagherà più la casa.

Francamente me ne infischio, come diceva Gable in Via col Vento, perché tra qualche ora prendo un aereo e me ne vado; acqua, tubi, idraulici, contratti e tutto il resto andate a farvi benedire!

Vado a fare la testimone di nozze a mio fratello che finalmente si accasa e poi ritorno in Kenya in tempo per la cena di domenica. Con mamma a seguito.

Due notti di seguito in aereo; in economy si può anche dormire in fondo, ma se gli orari sono messi male e a metà notte c'è uno scalo (ad Addis Ababa) non so quanto ci riuscirò....

Vabbé, in fondo quando torno devo solo fare l'inserimento di Filippo all'asilo; lui giocherà con tutti i super giochi tedeschi in legno non trattato e con colori assolutamente atossici e io dormirò sullo zerbino di gomma africana fatto con copertoni di camion reciclati che sta fuori dalla sua classe.


Non credo ci farò troppo caso...



venerdì 2 settembre 2011

Il Guardone

Al castello abbiamo la guardia, come in tutte le case, casette, compound eccetera da queste parti.

A casa di Raf, nel compound, c'era un gruppo di guardie che ormai avevamo imparato a riconoscere.

Nella casa di Lakeview avevamo una guardia diurna, Kennedy, che faceva anche da tata a Filippo e che raccoglieva gli avocados che Sveva si lasciava sfuggire.

Al castello abbiamo il Guardone.

La prima volta che l'ho visto ho pensato questo tipo ci vede o ha bisogno degli occhiali?

Prima di trasferirci al castello, ogni volta che arrivavo (adesso credo abbia imparato a riconoscere la macchina), si affacciava alla porticina con gli occhi da talpa puntati sulla targa, poi si avvicinava al finestrino e mi guardava serio e poi quando gli dicevo Salve, sono io, mi riconosci?, sfoggiava un impeccabile saluto militare e andava ad aprire il cancello.

Dico che credo abbia imparato a riconoscere la macchina perché l'altro giorno, arrivando con la macchina di Felix a seguito, il Guardone ha prima controllato la mia targa, poi la mia macchina, poi il mio finestrino, poi si è allungato a sbirciare la targa di Felix ed infine ha chiesto Siete insieme?
Una macchina dietro l'altra, ferme, davanti al cancello...
Volevo rispondergli NO, ma ho resistito.

Ma non è per questo che si è meritato il soprannome di Guardone.

E' perché tutte le volte che arrivo con la spesa o con qualunque altra cosa da scaricare dalla macchina, lui sta semplicemente a guardare, non fa il minimo movimento o cenno di aiutarmi; passeggia lentamente e si guarda la punta delle scarpe e poi torna a sedere sulla sua sedia (che per inciso è una delle due uniche sedie che abbiamo per il momento in casa e non so come è finita nel suo casotto di guardia!).
E io intanto porto scatoloni, valigie, seggiolini auto, biciclette, bambini addormentati.
E lui continua a guardare.

Felix l'altro giorno ha lavato la macchina, lavoretto che normalmente qui fanno i giardinieri o le guardie per arrotondare, e il Guardone non ha nemmeno accennato a prestarsi.

Addirittura la tata mi ha chiesto se volevo che mi lavasse la macchina!
Il Guardone no, lui probabilmente sarebbe rimasto a guardare la tata che lavava la macchina.

In inglese la guardia all'ingresso si chiama watchman, l'uomo che guarda.

Lui guarda, fa la guardia....non fa un a piega!


Keep the Faith

Un pochino di tempo fa, quando ero più o meno adolescente e mi piacevano i gruppi capelloni, ero matta per i Bon Jovi.
Quando lui si tagliò i capelli, pare per esserseli bruciati troppo vicino al barbeque, rimasi abbastanza sconvolta, ma poi lo perdonai quando uscì l'album Keep the Faith perché era molto bello e lui in fondo era meglio con i capelli tagliati.
Keep the Faith è proprio quello che ci vuole qui, mantenere la fede in tutto, hakuna matata, prima o poi le cose succedono.

La settimana è stata busy, pienissima davvero, ma posso dire adesso di aver Kept the Faith in senso un po' traslato: siamo nel castello....che si trova in Faith avenue.
Non poteva chiamarsi altrimenti, credo!

Ma il trasloco non è stata l'unica esperienza saliente della settimana.

Sveva ha iniziato la scuola tedesca, ovviamente lo stesso giorno del trasloco altrimenti sarebbe stato troppo facile! La scuola è molto carina e le insegnanti anche. La differenza con l'asilo italiano è abbastanza lampante, non solo per la qualità dei giochi (fatti arrivare direttamente dalla casa madre, ovvio), ma anche per l'attenzione che viene data ai bambini. A parte il sostegno speciale per chi non parla tedesco come Sveva, roba da far impallidire qualunque sistema scolastico, ci sono un sacco di attività extrascolastiche possibili. Pensare che il l'ora settimanale d'inglese all'asilo italiano era considerata all'avanguardia! Sveva ogni settimana, oltre alle normali aattività, farà un'ora di cucina, una di arte, una di natura, cosa non chiara ma pare si tratti di andare in giro a cercare foglioline e animaletti e familiarizzare con l'ambiente circostante, ed infine una di attività sportiva variabile.
Abbiamo evitato musica, balletto, calcio e nuoto per una serie di personalissimi e opinabilissimi motivi.
Sveva è stata inserita nel gruppo degli Elefanti; meglio sicuramente del Gruppo 4, ancora senza nome, ma istintivamente direi peggio delle Giraffe e dei Delfini.
Comunque, pare che l'inserimento vada bene, nonostante gli ovvi problemi di comunicazione, sembra che le piaccia o almeno per ora è tutto nuovo, quindi ogni giorno è una scoperta.
All'asilo c'è la mensa, come in tutti gli asili immagino, ma non so per quale motivo Sveva non l'ha associata ad una mensa e mi racconta tutta contenta che ha mangiato al ristorante.
Il miglior commento comunque rimane quello del primo giorno: Lo sai mamma, alla German school le maestre giocano con noi, non si fanno le loro cose mentre noi giochiamo.....e questo ci ha lasciato molto perplessi su cosa facesse nostra figlia all'asilo l'anno scorso!

Filippo, mi hanno detto oggi, dovrebbe iniziare tra una settimana e credo che anche lui non veda l’ora; anche se sono arrivati i giochi del container, non ne può più di giocare tutto il giorno solo con la tata.


A proposito di container, è arrivato!
Doveva in effetti arrivare lo stesso giorno del trasloco e del primo giorno di scuola di Sveva, ma per puro caso c’è stato un ritardo. A volte gli inconvenienti africani possono avere il loro lato positivo.

E’ arrivato quindi il nostro bel container, dopo la lunga crociera, il giorno dopo il trasloco, quindi abbiamo aspettato davvero poco e devo dire che la cosa più professionale che ho visto fin’ora è stato il trasloco, dall’inizio alla fine. (quindi chi ha bisogno di un trasloco intercontinentale mi faccia sapere che posso dare tutti i riferimenti…).
Niente di rotto, tutto a posto, e ci siamo riempiti di nuovo la casa di giocattoli….
Abbiamo finalmente ritrovato il caricatore della macchina fotografica, quindi presto ci saranno altre foto, sia del castello che di tutti noi….devo solo trovare il tempo materiale di farle.

In effetti l’entrata in casa non è andata così liscia come pensavo.
La prima notte non siamo riusciti a dormire perché il sistema di tubi dell’acqua che passa nel sottottetto rimbombava ogni volta che qualcuno apriva un rubinetto o tirava uno sciacquone o qualunque altra cosa avesse a che fare con l’acqua. Sono già venuti tre volte a cercare di riparare questa cosa e sono in questo momento impegnati a fare del loro meglio. Dopo tre volte non parlano più di eliminare il rumore, ma di ridurlo e non credo che sia bene avere questo obiettivo perché finiranno per lasciare le cose come stanno e dire che in fondo poteva andarci peggio, hakuna matata.

Ma lasciamoli lavorare e incrociamo le dita!

L’acqua comunque ci perseguita. L’altro giorno una guarnizione del boiler nuovo di zecca (così come la guarnizione mi pareva di aver capito) ha dato forfait e ci siamo ritrovati il guardaroba allagato (perché in questo castello abbiamo il guardaroba!). Per fortuna Felix se n’è accorto in tempo e l’acqua non è passata in altre stanze. Però siamo stati due giorni senza acqua calda nel bagno padronale e direi che ormai mi sono talmente abituata che ho immediatamente pensato fosse proprio una scocciatura dover fare la doccia nel bagno due metri più lontano…

Tra gli optional sicurezza del castello ci sono l’allarme e le radio. Entrambi new entry di ieri ed entrambi complicatissimi da usare visti i disastrosi risultati.

Per l’allarme ho dovuto dare la caccia al tecnico per qualche giorno e poi è finalmente passato ieri esattamente quando Filippo stava facendo il riposino, quindi per non svegliare il cucciolo ho pensato bene di non provare il sistema approfittando della presenza del tecnico, ma scrivermi tutti i passaggi e provare più tardi.

Errore.

Quello che ho scritto sul mio squadernino non corrisponde alla realtà e ieri sera siamo riusciti a fare scattarle la sirena e fare arrivare la squadra di salvataggio di ben quattro guardie (non so se armate o meno).
Il display del sistema adesso dice una cosa che non capisco, non sono più sicura che facendo quello che avevo capito l’allarme sia attivo e tremo al pensiero di dare nuovamente la caccia al tecnico per farmi rispiegare tutto.

Credo staremo senza allarme inserito, tanto da fuori si vede che la casa ha un allarme di tutto rispetto e credo che tutti i malintenzionati del luogo pensino che i wazungu si barrichino in casa ogni notte allucchettati ed allarmati, quindi li lascio con questa convinzione e spero che nessuno di loro legga il blog.

I funzionamento delle radio invece era stato spiegato a Felix dall’addetto alla sicurezza (uno dei circa venti addetti alla sicurezza). Non riuscendo a farle funzionare, ieri sera abbiamo anche coinvolto la guardia, ma abbiamo tristemente scoperto che lui usa una procedura diversa dalla nostra (e meno complicata devo dire). 
Probabilmente tutto il personale della commissione ha sentito ieri sera una serie di Pronto, pronto, mi senti? Pronto, pronto, non ti sento!

Alla fine abbiamo desistito e ci porteremo dietro le radio tenendole bene in vista in modo che tutti pensino che le sappiamo usare alla perfezione e probabilmente brandirò la mia nel momento del pericolo come se fosse una spada a mo’ di minaccia Guarda che se non mi lasci in pace chiamo la sicurezza, eh?!

Ad ogni modo, la situazione al castello è abbastanza sotto controllo; ancora qualche scatolone qua e là, ma direi che siamo pronti a ricevere il nostro primo ospite….dopodopodomani (non è un errore, voglio dire tra tre giorni).
Non male eh?

Nel frattempo abbiamo fatto anche vita sociale e conosciuto un bel po’ di persone. Giusto oggi mi stavo chiedendo come fare a mantenere i contatti con tutti perché conosco già più persone qui di quante non ne conoscessi sul lago quando siamo partiti.

Ed ho pure avuto una mezza offerta di lavoro! 
Una cosa a contratto, niente di fantasmagorico e purtroppo a partire da…ieri, quindi non ho potuto accettare, ma questo mi fa sperare di poter trovare abbastanza facilmente quando sarà il momento.
Poi, quando ci metterò sei mesi a trovare un contratto di consulenza di quindici giorni per svuotare i cestini da qualche parte, mi ricorderò di questo post!

Visto che non c’erano abbastanza cosa da fare in questo periodo e che il traffico in effetti non prende così tanto tempo, ho anche ricominciato pilates al Nairobi Pilates Centre e devo dire che mi trovo bene, a parte il fatto che sono nel solito gruppo di pensionate, tutte mooolto più elastiche di me, che capisco la metà delle istruzioni e sono perennemente con la testa girata a guardare l’istruttrice dallo specchio. 
Però sono contenta!

Adesso ricomincerò a fare foto e cercherò di scrivere in maniera più regolare, o almeno non lasciar passare più di una settimana...sempre se gli eventi me lo permettono e il futuro sotto questo aspetto si profila fosco con il primo ospite appunto dopodopodomani, un fine settimana intercontinentale per il matrimonio di Enrico, la seconda ospite per tre settimane, l'inserimento di Filippo all'asilo, la selezione della signora delle pulizie, del giardiniere....Ahh, che vita dura quella dell'espatriato!!