venerdì 16 novembre 2012

Terapia d'urto

Furio è un amico di università (di entrambi perché abbiamo fatto la stessa università).
Ci vorrebbe un blog solo su Furio, ma in questo caso mi limiterò ad un post.

La terapia d'urto è solo una delle cose per cui Furio è nominato dagli amici ricordando il periodo universitario.
Furio era un acerrimo sostenitore della terapia d'urto.

Quando era malato, influenza generalmente, indipendentemente dalla temperatura raggiunta o dalla serietà dei sintomi, Furio si metteva la tuta e con qualunque condizione atmosferica, partiva a fare jogging.

La teoria era o stramazzo per la strada o ammazzo tutti i germi e torno guarito.

Generalmente tornava guarito.


Questa settimana avevo deciso di prendermi, più o meno volontariamente, due giorni liberi dall'ospedale psichiatrico. 
Sognavo di mille cose da fare, post da scrivere (ne ho tre in cantiere che probabilmente non vedranno mai la luce...), lavoretti, tempo con i bambini, cucinare, fare la pasta e via dicendo.

Sognavo...

Filippo, dopo due settimane di naso colante come circa il novanta percento dei bambini dell'asilo, ha ceduto alla febbre.

Esattamente nei due giorni liberi di mamma, che quindi, nonostante la preziosa presenza della tata, non si sentiva proprio così libera di fare tutte le cose che sognava (benvenuta nel mondo delle mamme?).


Quindi, ridimensionati i sogni, mamma ha retto bene nei due giorni liberi ed è tornata al lavoro al terzo.

Malata.

Ora, si sa, si possono ammalare tutti, ma le mamme no.

Quindi visto che comunque dovevo portare Sveva e Filippo (guarito!) all'asilo, perché non andare anche a lavorare?

Infatti ieri ero al lavoro.

Inutilmente perché la riunione che doveva esserci non c'era perché non avevo seguito la preparazione durante i miei due giorni liberi, ma avevo delegato ad un collega (vai tranquilla, ci penso io...).

Ok, altrimenti Juliana non l'avrebbe chiamato ospedale psichiatrico...


Comunque, visto che c'ero a quel punto ho deciso di fare un passo in più e attuare la terapia d'urto.

Ho fatto ginnastica per un'ora e dieci minuti nella camera degli ospiti, davanti allo specchio e con la musica a palla (con le cuffie...e poi ho problemi con l'orecchio!).




Poi mi sono fatta una doccia, mi sono trascinata fino al tavolo per sorbire la zuppa di ceci (e si, noi con ventotto gradi di temperatura facciamo le zuppette tutte le sere....la prossima sarà la mustard soup di Patamà), ho trascinato a letto Filippo che giocava con la frittata neanche fosse pongo e dopo essere stata viziata da Felix con circa cinque cioccolatini direttamente da Brux (tanto avevo fatto ginnastica...) sono crollata a dormire verso le otto e mezzo (NB: sei e mezzo in Italia...).

Ho chiuso gli occhi e pensato la terapia d'urto non funziona!

E invece miei cari ha ragione Furio.

Oggi sono fresca e riposata come una rosellina (magari dieci ore di sonno hanno fatto la loro parte. Magari anche la dose da cavallo di paracetamolo di ieri sera...).

La terapia d'urto funziona!

2 commenti:

  1. Non ti ho abbandonato ma sto passando un periodo un pò complicato...il blog lo leggo sempre ma spesso da pc dai quali non posso scrivere post ( vedi pc del lavoro :-))cmq...io sono assolutamente a favore della terapia d'urto...o la va o la spacca!!!
    p.s. grazie per l'invito a cena!!!

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  2. Ciao, ti ho scoperta per caso sul web mentre cervavo qualcuno che vive in Kenya....io e mio marito ci trasferiremo a breve a Nairobi per adottare un bambino keniota e resteremo per 9 mesi. Mi piacerebbe confrontarmi con te su come si vive in questo paese....ho voglia di scoprirlo ma anche molti punti interrogativi....un caro saluto, Patty

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