mercoledì 29 febbraio 2012

Zumba Nerd

Ieri sono stata di nuovo a Zumba.

E' la terza volta ed ho fatto addirittura la tessera.

Non è che la Zumba mi piaccia molto più del Pilates, semplicemente la fanno alla scuola tedesca che è molto più vicina, l'orario mi consente di perdere molto meno tempo e l'età media della compagnia è decisamente più bassa.

Il fatto che sia ancora totalmente scoordinata, cerchi di nascondermi dietro alle altre scattantissime mamme ed esca dall'ora di zumba in condizioni da ricovero, è una cosa su cui sto lavorando.

Ovviamente è imbarazzante farsi vedere in quelle condizioni la sera prima e incontrare le stesse mamme la mattina dopo portando a scuola i figli, cercando di ignorare il fatto che hanno una nuova immagine di me.
Ma anche su questo sto lavorando.

Quello che è successo ieri è che ho finalmente capito che l'insegnante è una mamma dell'asilo. 
All'inizio non ne ero sicura (eppure ho sempre pensato di essere fisionomista, cavolo!), allora mentre cercavo di non guardarmi allo specchio, nascondermi imitando quello che lei faceva e finendo inesorabilmente davanti alla porta aperta della stanza, in pieno riscontro, ho pensato che era meglio chiedere all'insegnante alla fine della lezione se era la mamma di, piuttosto che chiedere l'indomani mattina alla mamma di se era l'insegnante di zumba.

E in effetti l'insegnante è risultata essere la mamma di, che insegna zumba togliendosi gli occhiali da nerd ed è quasi irriconoscibile (ed io sono fisionomista!).

La cosa che ha fatto sentire me una nerd è stato invece quello che mi ha chiesto lei subito dopo.

E tu sei la mamma che ha mandato i bambini a scuola vestiti da carnevale una settimana prima?

lunedì 27 febbraio 2012

Uno, Due, Tre...Stella

Non ricordo come sia riuscita con Sveva, ma ad un certo punto per farmi ubbidire ricorrevo al famoso e minacciosissimo uno, due e tre.

Non ricordo nemmeno di essere arrivata a tre, ma ricordo benissimo il periodo di sfida con il due e mezzo, due e tre quarti e via dicendo.

Mi stavo giusto chiedendo come avessi fatto ad instaurare quel meccanismo per cui appena il genitore (mamma) solleva il pollice e dice uno, il bambino capisce che è l'ora di ubbidire o sono guai. 

Lui/Lei non sa che il problema non è tanto farsi ubbidire, ma trovare quali guai siano abbastanza guai per persuaderlo/a a non riprovarci. Ed è per questo che il genitore (mamma) cerca qualunque strategemma pur di non dire tre (sono arrivata a ricominciare facendo finta di non saper contare....).

Comunque non riuscivo a ricordare come avessi fatto con Sveva, quando è arrivato inaspettato il momento di iniziare con Filippo e la cosa mi ha preso completamente alla sprovvista.

Ho cominciato a contare (precedendo il tutto con un adesso conto, eh?) e la cosa incredibile è che non solo ha funzionato alla prima, come se la reazione fosse  in qualche modo codificata nel DNA, ma che se vado abbastanza lentamente non devo neanche dire due e basta sollevare l'indice che Filippo ubbidisce.

Credo che questo meraviglioso periodo di grazia durerà tanto quanto Filippo ci metterà a capire in quali difficoltà mi mettono il due e mezzo e il due e tre quarti....

martedì 21 febbraio 2012

Healthy Food

Quando siamo arrivati in Kenya, quando stavamo a casa di Raf, ci siamo fatti un po' abbagliare dalla diversità del cibo e ci siamo concessi degli eccessi non proprio salutari.

Sveva mangiava matoke (ensete, banane verdi, fritte) e io anacardi in quantità quasi industriali.

Poi, sempre a casa di Raf, ho trovato il libro di Allan Carr E' facile controllare il peso se sai come farlo e visto che con il suo libro E' facile smettere di fumare se sai come farlo mi ha fatto effettivamente smettere di fumare, ho pensato che valeva la pena leggerlo e provare.

L'unico errore di Carr è che in pratica suggerisce di diventare vegetariani e anche se in passato ci ho provato, a costo di diventare anemica, dopo una anno di prova di forza la mia anima fiorentina ha reclamato carne, possibilmente viva.

Quindi in questo caso il libro di Carr non ha funzionato, io ho ricominciato ad esplorare la diversità alimentare e soprattutto mi sto facendo venire un'intolleranza alimentare ai manghi da quanti ne mangio.

L'apice dei disordini alimentari è stato toccato al rientro dalle vacanza di Natale, quando la tata - la tata! - mi fa Eh però, sei andata un mese in Italia e sei un po' dimagrita perché stavi davvero ingrassando qui in Kenya!

Il tono non era come potreste pensare e menomale che sei un po' dimagrita!, ma peccato che tu sia un po' dimagrita!, visto che qui gli standard sono un po' diversi e per esempio lei che è magra per i nostri standard si lamenta di continuo perché vorrebbe ingrassare ed essere come me. 
Figuratevi che piacere mi fa sentirmi dire che vorrebbe essere come me!

Uno dei primi complimenti che ha fatto a Filippo è stato è grasso e ci abbiamo messo una settimana a capire il senso e non sentirci offesi...

Dopo Natale la scuola tedesca ha rimandato a casa i bambini con una bella letterina nello zaino.

La letterina riportava la piramide alimentare su una facciata e sull'altra un lamento lungo un kilometro sui genitori che mandano i figli a scuola con merendine poco healthy - salutari - e terminava la predica con una frase del tipo se non è salutare non lo vogliamo.

E' stato organizzato un giorno speciale durante il quale i bambini venivano istruiti (indottrinati) su cosa è sano e cosa no e poi sono stati spediti a casa a fare la lezione ai genitori (mamme).

A parte sentirmi in dubbio per cinque minuti se la frutta secca fosse permessa o no (la risposta è sì), non ho subito particolari contraccolpi e le merende scolastiche di Sveva e Filippo non sono state cambiate di una virgola.

A volte mi sfiora l'idea di mandarli a scuola con bastoncini di carote e cetrioli, ma poi mi chiedo perché devo punirli in questo modo barbaro e salutare.

Comuqnue l'indottrinamento ha funzionato benissimo; ieri sono andata a prendere Sveva e visto che eravamo un po' in ritardo ho deciso di comprarle qualcosa per merenda alla caffetteria della scuola. 

Davanti alla scelta pancakes, croissant salle mandorle e brioches alla cannella (e lo chiamano healthy food??), mia figlia ha chiesto UNA MELA!

Filippo invece continua a mangiare come un maialino (nei modi e nelle quantità), è grasso come dice la tata e probabilmente ispira visto che il suo amichetto Joseph (o Fofef come lo chiama lui sputacchiando da tutte le parti), gli ha già tirato quattro morsi.

martedì 14 febbraio 2012

Non rimandare a domani...

Oggi ho assistito alla classica scena della mamma distratta che confonde le informazioni, si sbaglia clamorosamente e manda i figli a scuola con qualcosa di decisamente diverso dagli altri.

Ho assistito proprio da vicino, come in un film.

La mamma ero io e ho mandato Sveva e Filippo a scuola conciati da carnevale...con una settimana di anticipo!

Filippo non si è reso conto di niente, figuriamoci, era così contento di avere pipipipipaider (Incy Wincy spider) dappertutto che non ha notato di essere il solo (insieme alla sorella) dipinto.

Forse anche perché la maschera gli copriva la metà della visuale....

Sveva invece ha capito e, nonostante fosse troppo contenta di poter finalmente andare a scuola con le unghie colorate, mi ha reso maschera, orecchie e coda da gatto nero (stessa maschera da tre anni, nonostante le proponga miliardi di altri travestimenti e sia anche andata al Toi Market per trovarne...).

Però si è tenuta la faccia dipinta (da gatto bianco e blu ; abbiamo fatto un po' un misto di colori, ma il tema felino è rimasto invariato).

Speriamo questa cosa non rimanga impressa nella loro memoria per sempre e non li faccia crescere disadattati o roba simile...

venerdì 10 febbraio 2012

Messaggi personali

Visto che questo blog è mio e che mi serve principalmente per comunicare con gli amici, non vedo perché non metterci anche qualche messaggio mirato.

Anzi, oggi tre.

1. Buon Compleanno alla Lety e un bacio grande alla piccola Ely.

2. Per chi legge in francese, c'è un libro favoloso, un'occasione unica: Epopée Royal Enfield - Delhi Paris tenu, il viaggio di una motociclista dall'India alla Francia, tutta da sola, su una Enfield. 
Una tipa davvero tosta: Karine!
Il libro si può acquistare sul suo sito krescendo.org e potrebbe essere anche un'idea regalo per S. Valentino :-)

3. Benvenuto Gianluca tra i followers!!


giovedì 9 febbraio 2012

Animali

Da un po' di giorni a questa parte noto un'esplosione di farfalle.

Non scherzo, è un'esplosione.

L'altra mattina sono uscita per accompagnare Sveva e Filippo a scuola e ho visto così tante cosine che volavano nell'aria che ho pensato Qualcuno sta bruciando roba.

Questo pensiero è stato supportato anche dal fatto di aver incrociato due tipi che camminavano con dei sacchetti in testa, proprio calati completamente sulla faccia e visto che non volevo pensare fossero rapinatori pronti ad entrare in azione, mi sono detta che girassero conciati in quel modo per non prendersi in faccia tutti quei cosini bianchi che svolazzavano.

E invece i cosini bianchi erano farfalle, piccoline, a frotte.

E tipi probabilmente rapinatori.


Oggi pomeriggio Fred, il giardiniere, ci ha chiamato chiedendoci se avevamo mai visto un gufo. Mi sono trovata a rispondere No, non dal vivo.

Ha fatto un sorrisone e ci ha fatto segno di seguirlo sul retro della casa dove c'era un piccolo gufetto ad aspettarci sull'albero vicino al trampolino.

Ci abbiamo messo un po' a vederlo (io e Sveva....la tata ha visto prima il gifo dell'albero!) anche perché sembrava un pezzo di corteccia.

Ma la mia attenzione è stata distratta dal gufo quasi immediatamente quando Fred en passant mi ha detto di aver trovato un mamba.

Mamba?? faccio io, ricordandomi la canzone Black Mamba nella colonna sonora di Kill Bill e forse per questo un po' inquietante.

Yes, mamba, black mamba, mi risponde.

Ecco appunto, pure black!

Però l'ho buttato di là dal muro di cinta (essendo un castello la casa, il muro sarà di cinta, no? Poi quando arrivano le piogge penseremo anche al ponte levatoio...)

Comunque sapere che il mamba adesso sta dall'altra parte del muro di cinta non è che mi faccia proprio dormire tranquilla.

Stasera ho fatto una ricerchina su google, tanto per capire se mamba è la parola swahili per dire serpentello, biscia e cose innoque, ma il risultato non mi è piaciuto.

Mamba in swahili vuol dire coccodrillo (e qui non so se è meglio avere un coccodrillo o un serpente velenoso in giardino...) e quindi black mamba vuol dire proprio black mamba.

Spero non arrivi Bill....

Mi consolo con un giochino per imparare i nomi degli animali in swahili, quello che mi ha confermato i miei timori, così quando troverò il ghepardo disteso al sole nella sabbionaia dei bambini lo chiamo con il nome locale e magari non mi sbrana.

sabato 4 febbraio 2012

M-Pesa

M-Pesa è un sistema geniale.

La M sta per mobile, cellulare, e Pesa per denaro in swahili.

E' un servizio di una delle maggiori compagnie di telefonia per trasferire denaro. Chiunque abbia un conto M-Pesa (che non è difficile da ottenere, basta avere una sim registrata a proprio nome, riempire un po' di formulari e consegnarli a chi di dovere) può mandare soldi ad un altro conto M-Pesa o riceverne in tempo reale o fare una serie di pagamenti che vanno dalle bollette all'acquisto di una coca-cola.

Il sistema è stato lanciato nel 2003 e doveva servire alle piccole imprese per ricevere prestiti e ripagarli più agevolmente che tramite una banca, ma alla fine si è diffuso in un modo un po' diverso e adesso non c'è keniota che non abbia un conto M-Pesa.

Mandare soldi dal proprio conto è una stupidata, basta digitare il proprio pin e mandare un sms al sistema con il numero telefonico del beneficiario che viene avvertito immediatamente da un altro sms della disponibilità della somma sul proprio conto.

Il problema è quando chi manda i soldi sbaglia a digitare il numero del beneficiario....

Ieri mi è arrivato un sms che mi avvertiva che tale Patrick Wambua mi aveva appena inviato 2800 e rotti schellini (una roba tipo 25 euro). Dopo un minuto è arrivata la telefonata disperata del signor Wambua che io ho prontamente passato alla tata perché si parlassero per benino in swahili e risolvessero la cosa, visto che io non sono molto familiare con il sistema.

La richiesta del signore distratto era che io gli rimandassi indietro i soldi con M-Pesa e amici come prima.

Peccato però che io non abbia il conto M-Pesa!

Apriti un conto, suggerisce lui, tanto è facile, così mi rimandi i soldi.

Ma ti pare che mi apro un conto che non mi serve?!

Come si fa, come non si fa, alla fine mi faccio prendere dalla pietà e gli prometto che l'indomani sarei andata in un punto Safaricom a discutere sul da farsi (anche se non mi era chiaro come mai se io non ho un conto, e lui ha fatto l'errore, devo sbattermi io per informarmi...).

L'indomani era oggi, sabato mattina, al Village Market: tutti sono al Village Market di sabato mattina.

Insomma, entro nel punto Safaricom, spiego la situazione e gli impiegati mi guardano quasi con tenerezza e vedo la nuvoletta dei loro pensieri che dice Ma come si fanno fregare bene questi wazungu....

E' una truffa nota (ai kenioti!) che gira da un po' di tempo; ti arriva il messaggio, poi ti chiama uno disperato dicendo che quelli erano i suoi ultimi risparmi e per favore, per favore rimandameli subito indietro e tu gli credi e fai il versamento e voilà, il tipo ti ha appena rubato soldi col tuo consenso.

Gli impiegati Safaricom mi hanno ripetuto una decina di volte di non rispondere mai al telefono quando succedono queste cose, non rispondere agli sms e in definitiva ignorare qualunque richiesta di invio di denaro. 
E soprattutto non avere pietà; davvero, sono stati durissimi anche quando ho fatto notare che magari poteva essere stato davvero un errore e che in fondo il tipo aveva parlato con la tata e anche lei (keniota e al corrente di questa truffa) aveva creduto alla storia.
No, niente da fare, linea dura.

La cosa che non capivo era questa: se uno ti dice che ti ha appena versato dei soldi per sbaglio e ti chiede di rimandarglieli, tu una controllatina al conto prima di fare l'invio la fai o no?
A me sembrerebbe la cosa più normale e se non vedi i soldi in arrivo capisci subito che si tratta di una truffa.
Allora ho chiesto alla tata e lei mi ha risposto con il solito sguardo paziente di quando spiega a Filippo che si deve lavare le mani prima di mangiare.

Controllare il saldo costa.

Bella fregatura M-Pesa!

mercoledì 1 febbraio 2012

Aberdare e dintorni

Siamo stati al parco nazionale Aberdare.

Quello in cui Elisabetta II fu incoronata regina quando Giorgio VI morì, come citano tutte le guide, brochure, opuscoletti che parlano del parco. 
Per essere precisi si trovava al Treetops hotel, un hotel palafitta all'interno del parco, ovviamente superfamoso e dai prezzi sostenuti; sul sito si può prenotare, ma non c'è traccia dei prezzi. I casi sono due, o tutti conoscono i prezzi e non c'è bisogno di ripeterli o prenota solo gente del tipo the sky is the limit.
Ovviamente noi rientriamo nella seconda categoria e non siamo stati al Treetops solamente perché i simapticoni non accettano bambini sotto i sette anni (a meno che non siano di sangue blu, credo).

Noi siamo stati al Sandai, casa di Petra, signora di Stoccarda (guarda tu!) che sta in Kenya ormai da un quarto di secolo e che ha messo su una struttura turistica molto carina e molto ecologica.

Tutto è ecologico al Sandai, dalle istruzioni su quando tirare o non tirare lo sciacquone, alla quasi assenza di elettricità (vabbé, generatore solo cinque ore - scarse - al giorno!).

E' stato forse un po' d'impatto per me (ovviamente non per Felix!), ma mi sono abituata velocemente.

Solita sistemazione self-catering, ma questa volta abbiamo imparato che se c'è il BBQ in fondo non serve avere una cuoca a disposizione e anche se l'insalata senza frigorifero ne ha pesantemente risentito, siamo riusciti a cavarcela da soli, con solo uno degli aiutanti che ci accendeva il fuoco per avere la carbonella.

Il fuoco è stato molto apprezzato da Sveva e Filippo...


Il parco è bello, non c'è niente da dire, e anche molto vario come vegetazione.

Putroppo tutta quella vegetazione (a volte sembra di essere in montagna e in effetti si raggiungono delle belle altezze...) nasconde molto bene gli animali.

Abbiamo disperatamente cercato di avvistare i ghepardi, stando incollati con gli occhi a qualunque ramo abbastanza robusto e abbastanza orizzontale da sembrare - a noi - comodo per un ghepardo, ma non c'è stato proprio niente da fare.

Però gli elefanti li abbiamo avvistati.

Filippo adesso non dice solo Fante (anzi una cosa tipo 'ante perché la F ancora non gli viene bene), ma Grande Fante (Grande'ante) e devo dire che per un bambino di due anni è stato davvero molto buono, seduto sul suo seggiolino a guardare fuori per ore.

Sveva, dopo aver capito che non si sarebbero visti troppi animali, si è messa a disegnare e buonanotte.
Ma la cosa che ci ha messo più alla prova è stata la polvere.

Probabilmente nella stagione delle piogge, il parco è un'immensa fanghiglia, ma adesso è un polverone.

Quando ci passi sopra con le ruote si alzano nuvoloni giganteschi, visibili a distanza (giuro, non è uno scherzo, potevamo vedere dove passavano altre macchine anche se erano nascoste da alberi e cespugli!).

E la cosa peggiore è che il vento può cambiare, così all'improvviso o semplicemente ti trovi una curva che ovviamente non puoi evitare, quindi tutto il polverone che tu hai sollevato ti rientra in macchina e non hai scampo.

Siamo stati tutti intossicati (Filippo in più aveva il raffreddore...sì, il solito raffreddore permanente che hanno tutti i bambini qui all'asilo con ventotto gradi di temperatura dell'aria....cosa succederà quando tornerà sul Lago dove mi dicono adesso nevica e siamo sotto zero??), la macchina avrà bisogno di almeno quattro cicli di lavaggio accuratissimo per non avere più quell'odore di polvere e i vestiti che ho lavato non profumano di detersivo, ma di polvere...e adesso anche la lavatrice.

In compenso, una volta scesi dalla macchina (dove si può) si trovano posti bellissimi, come questa cascata (Chania Falls) dove ci siamo fermati per il nostro picnic quotidiano.

Il secondo giorno abbiamo visitato una riserva privata, il Solio Game Ranch, che dicono i soliti opuscoletti, è stato praticamente il solo responsabile del ripopolamento di rinoceronti in Kenya. 

Bianchi e neri, tanto per andare sul sicuro.

Il posto è bello davvero e al solito è sconsigliato andarsene in giro a piedi.



Gli animali si vedono decisamente meglio e infatti abbiamo incontrato giraffe, impala,  zebre, waterbucks e gli immancabili facoceri (come dice Felix se non si vedono facoceri non è un vero parco!).

Ad un certo punto, alla ricerca frenetica di rinoceronti, abbiamo chiesto ad un gruppo di rangers quale fosse il posto migliore per vederli e la loro risposta è stata Li abbiamo visti poco fa. Seguite le nostre tracce e li troverete.
Abbiamo ringraziato entusiati e solo dopo un po' ci simao resi conto di non essere ancora proprio in grado di seguire le tracce.

Un po' come quella volta che chiesi la strada ad un pedone e lui non trovò niente di meglio da dirmi se non Segui quella Porsche.
Io ero su una Fiat uno....

Ad ogni modo, li abbiamo trovati, gironzolando più o meno a casaccio e facendo anche un vietatissimo (ma piccolo!) fuoripista quando ho creduto di aver visto un leone.

Poi ci siamo fermati per il solito picnic, anche se questa volta non c'era un posto autorizzato per cui è stato un pasto un po' agitato con Sveva che non è voluta uscire dalla macchina per paura di essere mangiata dai leoni e dai ghepardi (e l'unico risultato di aggiungere briciole di pane e pezzi di carota sulla polvere dell'Aberdare), io che scrutavo l'orizzonte a est e Felix a ovest, pronti a saltare in macchina all'arrivo di un qualsiasi felino.

Come se quei felini ti dessero il tempo di prendere Filippo seduto inconsapevole sulla coperta che ovviamente comincerebbe ad urlare a bocca piena perché gli è caduta l'unica briciolina che non è riuscito a farsi entrare in bocca, caricarlo in macchina e chiudere lo sportello senza che lui infili una mano per farsela schiacciare, entrare in macchina, uno da un lato e uno dall'altro, per cui uno dovrebbe fare il giro e passare a dire ciao al gattone e  impedire a Sveva di a) urlare isterica perché c'è un qualunque animale che la può mangaire oppure b) aprire il finestrino per vedere meglio cosa sta succedendo.

Insomma, menomale che abbiamo incontrato solo un waterbuck che se ne è rimasto buono buono per tutto il nostro pasto a guardarci, probabilmente facendosi grasse risate vedendo me agitatissima che trangugiavo i miei panini senza neanche guardare cosa stavo mangiando e intimando a tutti di fare veloce.

Ci credo che la povera Sveva non voleva uscire dalla macchina. 

Anzi, non so perché sono scesa io!